poniedziałek, 5 października 2015

Come quando fuori piove..

L'acqua

ha una sua memoria, questo si sa, e a volte la porta anche in giro.

La

pioggia mi fa venire in mente ricordi che altrimenti non uscirebbero.

Vicini

e lontani.

Dolci,

a volte amari.

Piove

sulla strada dove le castagne, coperte dai loro ricci, sono cadute; le macchine

senza pietà ci vanno sopra, e con la pioggia vanno a formare un unico impasto

marrone.

Un

manto triste, dove l'asfalto nero e umido prede il sopravvento, non appena la

zona di bosco al limite della strada finisce.

Di

tanto in tanto saltellano rospetti, mi sembrano confusi. Cercheranno cosa?

Non

so se per loro è bello e si godono questa pioggia, o se invece se ne vadano a

cercare riparo in vista ormai del periodo più freddo.

Io

mi limito a sorridere, trovandoli buffi, cercando di stare ben attento a

schivarli.

Piove

sul vetro dell'auto che va.

La

radio spenta.

Mi

piace ascoltare il rumore della pioggia, la sua magia.

La

musica delle gocce a cadenza confusa, riesce quasi a coprire anche il brusio

dei miei pensieri,

Mentre

avverto una sottile malinconia, data forse dai finestrini che si illuminano di

mille scintille dai lampioni nella strada, dalla sera buia, dai ricordi che

girano per la testa come le gomme bagnate della macchina sulla strada.

Piove

ancora sul vetro della macchina. Il tergicristallo sembra dare il tempo alla

musica.

Ma

il tergicristallo è solo un trucco, è un'illusione che la pioggia si possa

fermare, che possa essere controllata, nel suo ritmo e nel suo bagnare le cose

tutt'intorno.

La

pioggia ha il suo ritmo, ora va a terzine, ora a quattro quarti. Spesso fa dei

tempi sincopati, dove il tergi si confonde.

È

la pioggia che dirige l'orchestra ora, è lei la maestra. Tutto il resto va a

seguire, come l'umore di certe persone, la loro voglia di fare, i loro

pensieri.

I

miei pensieri.

La

mia voglia di fare. Ora vorrei essere davanti al camino, su una mano una tazza

calda, sull'altra un abbraccio*, ancora più caldo, ad ascoltare il concerto

della pioggia.

Perché

noi uomini ci facciamo influenzare così facilmente, da una cosa in sé banale,

come la pioggia? Da dove viene questa nostra debolezza? Non dovremmo noi essere

i signori di questo pianeta, e dirigerlo in armonia con la natura? E allora

perché una semplice pioggia crea questi cambiamenti in noi?

Forse

abbiamo ancora molto da imparare..

Forse

sono sempre io il solito che si fa troppe domande, che si lascia prendere dai

pensieri..

Piove

anche sui cartelli stradali, ora anche il ticchettio della freccia della

macchina si unisce al leggero scrosciare della pioggia sul vetro e sul

tettuccio, è un rumore un po' più metallico adesso.

Si

spegne il motore.

Piove

sulla pozzanghera dove ho appena inzuppato il piede. [Va in mona.]

Piove

sopra e sotto i lampioni, in contrasto col cielo nero, dove la pioggia che cade

si vede ben distinta, e sembra quasi latte.

Piove

sopra gli ombrelli dei passeggeri alla stazione.

Piove

sugli impermeabili di chi non ha l'ombrello.

Piove

sulla mia testa, sui miei pensieri.

Ma

la pioggia non riesce a fermarli. Mi abbandono ai pensieri più dolci, ai

ricordi più felici.

È

un rumore troppo bello adesso, per sprecarlo con cose tristi.

Piove

sul tetto che sta sopra di me.

Lascio

la pioggia fuori, e tutto il resto dentro..

Striscio

le scarpe sul tappeto che dice,

Welcome,

Grazie,

Entro.

"Ciao!"

"Ciao,

piove ancora?"

"Si,

piove.."

*non

da intendersi come biscotto, anche se non mi dispiacerebbe neanche quello, con

in mano una tazza di thè caldo.. Mmm..

(In

partenza questo post voleva parlare di alcuni miei ricordi legati alla pioggia,

ma poi è uscita un'altra cosa, e sarebbe diventato un poema epico, quindi,

casomai, alla prossima puntata:))

Un

caldo saluto a tutti i Visitors e blog-amici!

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